L’attività centrale e tipica della UIF consiste nella ricezione e nell’analisi finanziaria delle segnalazioni di operazioni sospette. In questa materia, il d.lgs. 231/2007 ha introdotto rilevanti innovazioni, ampliando la platea dei soggetti obbligati alla segnalazione ed estendendo le nozioni di “riciclaggio” oggetto di segnalazione (che include anche il cd. “autoriciclaggio”) e di “operazione sospetta” (la cui individuazione presuppone, ora,un’attenta, discrezionale e tempestiva valutazione del rischio effettivo di riciclaggio).
La risposta del sistema finanziario alla nuova disciplina antiriciclaggio è stata, sotto il profilo quantitativo, imponente: le 12.500 segnalazioni del 2007 si sono triplicate, superando nel 2010 le 37.000. Il trend di crescita è in continua accelerazione: +16% nel 2008, +44% nel 2009, +77% nel 2010.
In particolare, nel secondo semestre del 2010 l’incremento del flusso di segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati è proseguito in misura ancor più intensa rispetto al primo semestre: sono infatti pervenute circa 22.200 segnalazioni, con un aumento di quasi il 100 per cento rispetto al secondo semestre del 2009.
La crescita del numero di segnalazioni - conferma il progressivo affermarsi di una cultura della prevenzione e richiede un costante adeguamento dei processi di analisi e approfondimento della UIF.
Sul fronte dei controlli e delle altre attività tese allo scambio di informazioni, nel semestre la UIF ha condotto 13 ispezioni (25 nel corso dell’intero anno) e ha segnalato all’Autorità Giudiziaria 107 fattispecie di possibile rilevanza penale, di cui 96 denunce ai sensi dell’art. 331 c.p.p. e 11 informative utili a fini di indagine.
Si consolida la consapevolezza del contributo fondamentale delle segnalazioni di operazioni sospette alla individuazione di reati di riciclaggio o di reati che dello stesso costituiscono il presupposto. Intensa e crescente è la collaborazione che la UIF presta alle Procure, fornendo spesso un qualificato ausilio tecnico e un valido contributo d’analisi a rilevanti e delicate indagini.
Se i risultati di questi primi anni di attività sono motivo di soddisfazione, ciò non deve indurre a trascurare i profili di criticità.
E’ anzitutto evidente che al funzionamento del sistema partecipano fattivamente solo gli intermediari finanziari e, tra questi, soprattutto le banche. Anche tra queste, peraltro, oltre 200 - più di un quarto del sistema - nel 2010 non hanno trasmesso alcuna segnalazione. Tra gli altri intermediari finanziari la percentuale di soggetti non segnalanti è molto più elevata.
Nell’intero 2010, professionisti e operatori non finanziari hanno trasmesso complessivamente poco più di 200 segnalazioni; davvero poche rispetto al numero dei potenziali segnalanti e al ruolo che essi svolgono nella vita economica del Paese.
Numerose segnalazioni vengono effettuate a fini cautelativi più che collaborativi, adottando criteri di valutazione poco selettivi. Le segnalazioni, inoltre, sono spesso carenti nella descrizione dei fatti e pervengono con eccessivo ritardo. E’ quindi necessario un miglioramento dell’organizzazione interna degli intermediari, che li ponga in grado di intercettare prima e meglio le operazioni sospette.
La qualità e la tempestività delle segnalazioni costituiscono l’obiettivo principale del nuovo sistema segnaletico, che sarà operativo entro il primo semestre di quest’anno.
L’utilizzo del canale telematico favorirà la tempestività, la completezza e la riservatezza dei flussi informativi. Il nuovo schema di segnalazione sarà uguale per tutte le categorie di segnalanti (intermediari, professionisti, altri operatori), sia pure con diverso livello di dettaglio informativo in relazione alle peculiarità dei soggetti e dell’operatività segnalata.
Con questa iniziativa e attraverso l’impegno costante e coerente nell’assolvimento dei propri compiti istituzionali, sia sul versante interno che su quello internazionale, la UIF intende continuare a offrire il proprio contributo all’affinamento delle regole e delle prassi operative e a stimolare sempre più proficue relazioni tra le istituzioni preordinate a tutelare l’integrità del sistema finanziario, la correttezza dei comportamenti degli operatori, la sana e ordinata crescita dell’economia del Paese.