L’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia si avvia a raggiungere, alla fine del 2017, il decimo anno dalla sua costituzione, avvenuta in sede di recepimento della terza Direttiva antiriciclaggio, che ha impresso un significativo impulso al sistema di prevenzione nazionale. Ulteriori importanti compiti per l’Unità deriveranno dalle modifiche al d.lgs. 231/2007 connesse con l’attuazione della nuova Direttiva europea del 2015.
Il forte sviluppo dell’attività registrato nel decennio in corso in tutti i settori di competenza della UIF trova efficace rappresentazione nei dati relativi al 2016. Il superamento delle 100 mila segnalazioni di operazioni sospette ricevute costituisce il principale, ma non unico, segnale di tale crescita. Sono risultati in significativo aumento anche i rapporti di collaborazione con le altre autorità, in particolare con l’Autorità giudiziaria, quelli con la rete mondiale delle FIU, le analisi dei flussi aggregati, l’azione di controllo estesa gradualmente anche a soggetti diversi dagli intermediari finanziari.
Nel corso del 2016 la UIF ha fornito il proprio contributo nelle diverse fasi di redazione dei testi normativi collegati al recepimento della quarta Direttiva antiriciclaggio, con l’obiettivo di potenziare il sistema italiano alla luce degli esiti della prima Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio, delle criticità rilevate dalla recente Mutual Evaluation condotta dal GAFI nel nostro paese e dell’esperienza maturata in questi anni. Un significativo impegno è stato richiesto dalla partecipazione nelle sedi internazionali allo sviluppo delle strategie di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e all’elaborazione delle ulteriori proposte di modifica della normativa europea per fronteggiare le nuove minacce (capitolo 1).
L’incremento nel 2016 delle segnalazioni di operazioni sospette conferma, anche al netto degli effetti dei provvedimenti di regolarizzazione delle attività detenute all’estero, il trend registrato dalla costituzione dell’Unità e proseguito pure nel primo quadrimestre di quest’anno.
Tale andamento può essere considerato il segnale di un significativo e perdurante aumento del grado di consapevolezza del ruolo della collaborazione attiva nel sistema di prevenzione da parte soprattutto degli intermediari bancari e finanziari, con il crescente coinvolgimento di operatori appartenenti ad altre categorie di soggetti obbligati. Risultano pure migliorate qualità e completezza delle segnalazioni. La tensione verso l’efficienza dei processi di lavoro ha consentito alla UIF non solo di fronteggiare il nuovo rilevante incremento registrato nel 2016, ma anche di ridurre ulteriormente le operazioni sospette in lavorazione a fine anno (capitoli 2 e 3).
Gli esiti delle analisi condotte hanno fornito utili indicazioni per l’individuazione di nuove tipologie operative. La conoscenza dei modelli comportamentali che emergono dall’esame delle segnalazioni ha favorito l’ampliamento del perimetro di indagine finanziaria delle operazioni ricevute, consentendo anche l’individuazione di attività anomale non rilevate dai soggetti obbligati (capitolo 4).
L’esigenza di superare un approccio meramente reattivo, basato sulle segnalazioni dei soggetti obbligati, è stata sollecitata anche nelle sedi internazionali, con particolare riferimento alla prevenzione del finanziamento del terrorismo. Tale fronte è stato 7 caratterizzato nell’anno da un significativo aumento del contributo segnaletico e soprattutto dalla rilevante mole di informazioni scambiate tra le Financial Intelligence Unit dei diversi paesi e dalla loro complessa gestione. L’azione dell’Unità si è sviluppata facendo leva sull’utilizzo, anche innovativo, di tutti gli strumenti disponibili, con l’obiettivo di agevolare l’individuazione da parte dei segnalanti di comportamenti anomali, identificare presso gli operatori eventuali tracce finanziarie di soggetti a rischio, rendere prontamente disponibili le informazioni agli Organi investigativi e delle indagini (capitolo 5).
Un approccio proattivo ha ispirato anche le altre funzioni dell’Unità. Nell’ambito dei lavori di analisi strategica e di studio sono stati realizzati progetti volti al miglioramento degli indicatori di rischio di riciclaggio e all’identificazione di possibili anomalie attraverso l’esame dei flussi aggregati (capitolo 6). L’attuazione di un intenso programma ispettivo concluso nel 2016 nel settore dei money transfer e i connessi approfondimenti finanziari hanno permesso di individuare comportamenti irregolari degli agenti nonché ingenti rimesse verso l’estero sfuggite alle rilevazioni statistiche ufficiali (capitolo 7).
La UIF ha mantenuto intensi gli scambi di collaborazione con le autorità nazionali ed estere individuate dalla normativa, condividendo gli esiti della propria azione e arricchendo le banche dati interne con le informazioni ricevute. In diversi casi, nei rapporti con la Magistratura e per suo tramite con gli organi delegati alle indagini, la collaborazione ha consentito una forte integrazione tra le attività, con ricadute positive sulla qualità dei risultati (capitolo 8). A livello internazionale, lo scambio di informazioni ha continuato ad ampliarsi anche nel 2016 beneficiando di miglioramenti organizzativi che hanno consentito di incrementare la circolazione di informazioni rilevanti e la qualità degli approfondimenti realizzati. È stato dato impulso alla Piattaforma delle FIU europee, in primo luogo promuovendo e coordinando un importante esercizio di confronto tra le caratteristiche che tali Unità presentano nei singoli paesi, nella prospettiva di rimuovere gli ostacoli a una loro effettiva ed efficace collaborazione (capitolo 9).
Anche nell’anno trascorso i risultati raggiunti sono stati il frutto dell’impegno, della dedizione e della professionalità del personale addetto all’Unità e dell’ampio ricorso alle tecnologie informatiche; il rilevante incremento dei carichi di lavoro è stato fronteggiato pur in assenza di una significativa crescita dell’organico (capitolo 10). La UIF è già impegnata nella programmazione dei lavori per l’attuazione degli ulteriori compiti delineati dalla riforma normativa, allo scopo di concorrere a realizzare rapidamente i nuovi presidi previsti dal sistema di prevenzione nazionale.